Quando si arriva ad un certo punto della propria vita, ci si rende conto dell'importanza di determinate cose, a cui magari prima, non si è mai dato peso.
Ho passato l'estate a fare un lavoro che ho nel cuore.
Un sogno che avevo abbandonato, ma a cui, un po' per scelta, un po' possibilità, ho deciso di dare un'altra chance.
Dopo anni, ho ritrovato la stessa voglia, la stessa sensazione di essere al posto giusto.
A dire il vero non è stato facile, ci ho messo un po' a ricordarmi perché amassi tanto quel lavoro.
Orari inesistenti, persone ingestibili, non riuscire mai a staccare il cervello, lontananza da famiglia e amici, reinventarsi e adeguare le proprie abitudini..
Ma poi un semplice aspetto di tutto questo mi si è palesato, con quella coerenza e logica schiacciante che a me tanto piace: LA MIA PASSIONE PER QUEL LAVORO.
Ed è l'unica cosa che conta.
Perché dopo una giornata infinita, dopo infiniti sbattimenti, contrattempi e casini altrui da risolvere, consapevole di avere anche uno stipendio da fame, una sola e semplice domanda ti viene spontanea: << Ma chi cavolo me lo fa fare??>>
Ma la risposta arriva, altrettanto semplice e spontanea.
E arriva nei momenti in cui meno te lo aspetti.
La trovi nei sorrisi delle persone, in quei << Grazie di tutto!>>, in quegli abbracci in aeroporto da persone che una settimana prima manco conoscevi.
E in quei momenti eccola la tua risposta: <<CAZZO, IO AMO IL MIO LAVORO!!>>
Poi torni a casa, e quel mondo ti manca da morire, ma allo stesso tempo devi affrontare i problemi di un lavoro stagionale, mal pagato e per nulla sicuro.
Quindi che fai?
Accetti la proposta di un lavoro che sai già che non fa per te, ma ci provi.
Lo fai perché è un lavoro sicuro ( per quanto possano esserlo ormai i lavori di oggi), perchè a 28 anni la tua voglia di indipendenza scalpita come non mai, e perché ti sentiresti egoista a non farlo.
Sai di doverti dare tempo per far passare quella sensazione di inadeguatezza e per smettere di sentirti una completa incapace.
Sai di dover essere indulgente con te stessa, perché è normale non capire nulla di cose con cui si è mai avuto a che fare.
Ma sai anche che nemmeno tra un anno dirai più quel <<CAZZO, IO AMO IL MIO LAVORO!!>>
Lo sai, e vorresti mollare, perché in nulla di quello che stai facendo potrai mai mettere passione.
E ti si stringe un po' il cuore a ripensare a quei sorrisi...perché lo sapete, io per i sorrisi ho proprio un debole.
Ma soprattutto speri che non si spenga il tuo di sorriso...
DipendenteCronica
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